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Sto seduta sul fondo della terra.


Sto seduta sul fondo della terra e mi arriva una musica di sax da lontano, qualcuno che suona solo per sé. Io l'ascolto e il sax non lo sa.

La mia valle è il posto più bello del mondo - è il mio unico perpetuo viaggio al centro -, specialmente quando le talpe lasciano i loro mucchietti di terra qua e là. Il sabato pomeriggio alle tre e mezza le donne del paese vanno al cimitero, all'ora in cui io dico le mie bestemmie. I pioppi sono tagliati a metà dal sole che a sua volta è tagliato a mezzi dalle montagne, Van Morrison sta suonando i suoi riff rock'n roll e so che il mio amore li ascolta assieme a me e non lo sa. I gatti hanno freddo nonostante la pelliccia.3

Che fiori! Che fiori! La primavera ne aveva portati di belli! I ceppi sono ammucchiati e bruciano già nelle stufe e nei camini, assieme a steli secchi di tulipano. Tronchi di alberi sono stati spezzati e verranno venduti presto.

Io viaggio qui e questo è il viaggio al centro della mia terra. Sono sicura che l'amore mio è sepolto da qualche parte qua attorno, d'altronde è l'ora delle bestemmie e dei crisantemi.

Cosa posso dirti di tutti questi post-it stesi a fili tirati da una parte all'altra del mio appartamento? Cosa significano? Uno porta scritto "Ricordati del gatto". Me lo ricordo. "Mettiti la camicia e saluta per strada". Lo faccio sempre. "Compra un buon libro, che l'ultimo era deludente". Ma cosa significano?

"L'amore mio", canticchia Van Morrison. V. M. è mio cugino. Anche John Lennon lo era. Janis, d'altronde, era mia madrina di battesimo, sbronza anche in quell'occasione.


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Si sa, sul fondo vanno a finire tutte le cose che passano e in un certo senso si dimenticano. L'amore mio, il sax, i pioppi, le talpe, le raccomandazioni in disuso, i miti. Va tutto sul fondo. Mi sembra logico che io possa fare confusione e mischiarle tutte assieme mentre fischietto mentre guido mentre fumo mentre scrivo.

Tutto è uno? La terra, i miei buoi senza aratro, il muschio, la siccità, il vecchio e la grande pianta. Siamo assieme e facciamo confusione, ci siamo mischiati senza chiarezza né distinzione.

Stiamo qua e ci abbracciamo confusi, tutti assieme.

Sul fondo tamburi di una festa di paese. Certo, non il mio. Eppure lo conosco, è dimenticato qui anche lui e lo incontro. Al ritmo dei tamburi una filastrocca: "Non devi piangere mio dolce amore, la mamma culla la tua veste d'or...". La conoscevo, forse. Ma anche lei è qui sul fondo; dev'essere stata dimenticata.

In montagna ci vanno coloro a cui non piace il fondo. Là tutto è fresco, non ci sono dimenticatoi. Dalle cime si nasce nuovi e poi si rotola giù, dimentichi pian piano. Anche i fiumi, quando arrivano al mare, non hanno più memoria lucida, mischiano gli eventi e i passaggi, confondono un'ansa con un'altra. Ma quando sgorgano! Ah, quando i fiumi sgorgano sono pieni di memorie appena nate e vividissime. Raccontano ma poi, pian piano, scendendo, come vecchi si confondono.

Io abito il fondo della Valle e qua è tutto incerto. Le donne al cimitero a ricordare, io fuori a mischiare Dio, il tuo, con il diavolo, il mio. E non li distinguo più.

Amo il Natale e alzo il riscaldamento, ché sento freddo.





sabato 11 dicembre 2010 3 Comments

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